Doppio appuntamento per i residenti della Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini.

Partecipare alla vita della città, specchiarsi nella storia per immagini di G. Guareschi e lasciarsi trasportare dall’opera “Il viaggiatore favoloso” accresce il senso di sè. 

Esser parte della vita della città aiuta a sentirsi parte della comunità, a riscoprire se stessi e la propria storia.

La Galleria Biffi Arte e il Teatro Municipale hanno accolto i residenti della Fondazione Madonna della Bomba con entusiasmo e curando con attenzione tutti i dettagli che potevano facilitare la visita e la partecipazione allo spettacolo.

Continuiamo a credere fermamente nell’importanza di creare, promuovere e supportare quel filo di continuità tra la vita pre-ingresso in struttura così da offrire le possibilità per accrescere il senso di appartenenza alla vita sociale e culturale della città.

Cosa hanno visto alla Galleria Biffi Arte?

La Galleria offriva la possibilità di prendere visione delle vignette pubblicate dal 1962 (ma con più regolarità dal novembre 1963) al 1968 nelle pagine del quotidiano milanese, in una rubrica dal titolo “La vignetta di Guareschi”.
Amorevolmente collezionati dai fratelli Giorgio e Maurizio Cavalloni, le vignette in mostra sono originali di quegli anni, preparati per la tipografia del giornale. I contenuti che, nell’inscindibile unione tra testo e immagine, raccolgono e restituiscono tutta la forza della satira di Giovannino Guareschi, padre di don Camillo.

A quale spettacolo hanno assistito al Teatro Municipale?

l viaggiatore favoloso ovvero il Diavolo beffato opera in un atto e quattro quadri su libretto di Roberto Solci in coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Conservatorio Nicolini.

Partecipare come gruppo agli eventi piacentini è linfa vitale per i nostri residenti, i quali sentono di appartenere a una comunità, sentono di poter ancora esperire il senso della curiosità e dello stupore, sentono di poter condividere nuove esperienze stimolanti da raccontare. E’ proprio la voglia di raccontare quello che è stato individuato come elemento in grado di restituire valore all’attività svolta, che ci fa comprendere l’importanza di questo progetto.

Quando i vissuti trovano parole e nuove storie cercano di aver voce vuol dire che la propria biografia personale si arricchisce ancora e la curiosità, il desiderio di osservare è presente ed è alimentato.

Ognuno di loro, inoltre, dalle emozioni suscitate dalle vignette di Guareschi o dall’opera rievocava episodi della propria vita attinenti al medesimo periodo storico o ad altre opere viste in compagnia dei genitori, dei mariti, delle moglie, di amici e colleghi.

Le operatrici della cura e della relazione si sono occupate di associare al momento di conoscenza a momenti di socializzazione e scambio. I residenti, infatti, hanno dialogato al bar di piazza Sant’Antonino. Il caffè diventa simbolo di relazione, di scambio, di incontro, di “vita” che continua, di benessere condiviso, di solitudine che si annulla.

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