L’Arte che cura: opere d’arte, libri, poesie, musica possono divenire mezzo e strumento per esperire ed elaborare vissuti emotivi, emozioni del qui ed ora.
Proiettare sull’opera parti di sè ci avvicina a noi stessi e all’altro e l’esperienza pilota della Fondazione in Galleria Ricci Oddi ce lo dimostra.
In vista di un progetto che verrà realizzato a Settembre, i residenti della Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini hanno partecipato a un percorso di stimolazione sensoriale-emotiva che ha visto i professionisti della cura elaborare insieme agli anziani i vissuti suscitati dalle opere d’arte.
La Galleria Ricci Oddi ha fatto da contenitore a questa esperienza, l’accessibilità e le figure preposte all’accoglienza hanno permesso una gestione ideale per sperimentare il luogo come luogo protetto in cui poter dar voce alle proprie sensazioni.
Alcune opere hanno destato maggior attenzione e soffermarsi sulle raffigurazioni di momenti di convivialità e scambio ha reso possibile l’espressione di ricordi ed emozioni associate.
Guidati dai professionisti della cura, ogni residente si è subito allineato alla modalità di interazione con i quadri e ha assimilato una modalità dialogica a partire da esso.
L’arte è sempre stato un mezzo per riflettere sulle possibilità del sentire e per stimolare la parte emotiva profonda. Per questa ragione, la visita pilota di un progetto più ampio mira non alla parte formativa e cognitiva della visita, che comunque fa da cornice, ma alla manifestazioni delle proprie spinte emotive suscitate dai colori e dalle forme viste.
In questo modo, anche anziani con deterioramento cognitivo grave o affetti da demenza sono stati inclusi. Le sensazioni vive legate al presente hanno stimolato la loro parte emotiva, pronta a cogliere le percezioni del mondo intorno se supportate da un senso di sicurezza.
L’artista dà voce, attraverso pennellate e sfumature, alle parti di sé più intime, ai suoi conflitti interiori, alla sua visione del mondo e la restituisce a chi ne ammira i tagli e le linee. Ognuno poi interpreterà quel quadro in un modo unico e singolare, proiettando elementi della propria storia, personali paure, personali desideri.
Un percorso specifico all’interno della Galleria ha un risvolto sociale fondamentale. L’anziano fragile può e deve avere la possibilità di ricevere stimoli sensoriali e culturali, di poter arricchire il proprio patrimonio culturale, di poter attivare sfere sensoriali ed emotive.
D’altronde nella lettura scientifica è noto il valore dell’arte come cura, l’arte ci rende più umani, ci restituisce bellezza e senso, donano pacatezza d’animo.
La visita si è conclusa nella sala contenente la teca blindata dove è ubicato “ritratto di signora” di G. Klimt , la cui storia ha sicuramente destato attenzione e tutti i residenti sono stati incuriositi dalla vicende, seguita nei mesi precedenti attraverso i giornali, e finalmente vista in sala.