Grande festa alla Scuola Infanzia Dante per gli ospiti della Fondazione Madonna della Bomba

Un enorme girotondo intorno ai nonni della Fondazione Madonna della Bomba.

I bambini della scuola Dante danno il benvenuto agli ospiti della Fondazione Madonna della Bomba con musica e palloncini.

“Pensate alle situazioni più belle che riuscite a immaginare, ecco ancora di più” queste le parole di Carmen appena rientrata alla Fondazione Madonna della Bomba. Sono stati circondati da affetto e calore gli ospiti, maestre e bambini della scuola infanzia Dante hanno creato un clima di festa ed euforia tutto intorno a quel campo di calcio che ci ha permesso di stare uniti seppur distanti. Accompagnati dal direttore Paolo Cavallo, gli ospiti della Fondazione Madonna della Bomba sono arrivati alle 10:00 con il cuore colmo di emozione. Non si aspettavano di vedere così tanti bambini, così tanti sguardi curiosi e affettuosi. La realtà che si sono trovati di fronte ha superato qualsiasi descrizione fatta, qualsiasi aspettativa. Un grande girotondo ha simboleggiato il grande abbraccio, un grande augurio di buone vacanze, un’accoglienza speciale per questi “nonni adottivi”.

 

Una canzone accompagnata da semplici gesti ha unito anziani e bambini, operatori e insegnanti con tanta grinta e voglia di conoscersi, di specchiarsi negli occhi, nelle emozioni, nell’esperienza differente e simile, opposta e complementare.

Divisi da una ringhiera, per rispettare tutte le regole imposte dall’emergenza sanitaria, i bambini hanno dato sfogo alla loro curiosità ponendo domande ai signori e alle signore. “Cosa si mangia in struttura?”, “Cosa fate durante il giorno?”, “Quante persone vivono alla Madonna della Bomba?”. Si svela così una realtà così distante dal loro immaginario, così quotidiana per gli anziani. Gli ospiti hanno risposto con un accenno di timidezza supportate dalla psicologa Federica Falzone e dalle animatrici Concetta Barra e Silvia Riboni.

Lidia Pastorini, rappresentante di Unicef, ha dato il benvenuto insieme alla maestra Enrica Calamari e ha donato dei meravigliosi braccialetti ad anziani e operatori.

Era presente anche Avis e grazie a loro abbiamo contribuito a far volare dei palloncini con frasi di speranza e desideri. Li abbiamo visti salire in alto sulle note di Domenico Modugno e abbiamo incrociato le dita affinchè arrivassero lontano, vicino a qualcuno che sentisse il bisogno di una carezza di parole. Sappiamo che sono arrivati sino a Trento. A 200 km di distanza Gabriele e la sua cucciola Akira hanno visto una luce su un ramo di pino e avvicinandosi hanno individuato il palloncino con il bigliettino di Marco. Gabriele e la sua cara amata Cinzia, sua moglie da pochi giorni, hanno ricevuto un sorriso e hanno sentito di voler ringraziare con una calorosa mail la scuola Dante e tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa. Con orgoglio, anche loro affermano di essere donatori Avis e di essersi sentiti ancor più vicini.

Il filo che lega la Fondazione Madonna della Bomba, La scuola dell’infanzia Dante, Unicef e Avis è un filo di parole, parole che racchiudono concetti solidi su cui si fonda l’operato di ognuno: dono, solidarietà, impegno, persona. La sintonia immediata nasce dal riconoscimento della stessa matrice di idee.

La Fondazione Madonna della Bomba, nella sua lunga storia, ha sempre messo al centro il valore della persona, della sua unicità, della sua storia, della cura in ogni aspetto con particolare risalto alle risorse piuttosto che alle fragilità, vedendo le fragilità come crepe da cui entra la luce. La Fondazione Madonna della Bomba sa quanto per una società siano importanti gli anziani e ce lo ricordano le parole del presidente Don Andrea Campisi, lo trasmettono ai piccoli alunni “Ricordate bambini, gli anziani sono le radici degli alberi e voi siete i germogli”.

Tanti i desideri, le possibilità che si aprono e prospettano per il prossimo anno sperando di poter essere sempre più vicini, di poterci stringere le mani, sentire il contatto che, in realtà, abbiamo già sentito tutti con forte intensità attraverso gli occhi, oltre le mascherine, dentro quel flusso di sinergia e stima nei confronti delle competenze altrui, della forza della sensibilità.

Le emozioni vivide restano e resteranno impresse nelle pupille, nella memoria e nelle foto di questi incontri, di questi pezzi di vita.

 

 

 

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