Cresce la Biblioteca della Fondazione Madonna della Bomba: Gli scaffali si arricchiscono di nuovi volumi e diventano simbolo della cura attraverso la narrazione
“Narrare dà senso e struttura alla vita”
Aumentano i volumi della biblioteca della Fondazione Madonna della Bomba grazie alla donazione di una nostra cara operatrice. Consapevoli del valore della lettura, la Biblioteca comunale di Piacenza e la Biblioteca di Torrazza Coste hanno dato avvio a questo movimento di scambio che ha visto mutare il suo valore in linea con le fluttuazioni di questo periodo articolato e complesso.
Durante l’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2, i libri donati sono stati possibilità di esserci, di arrivare ai signori e le signore della Fondazione che stavano vivendo l’isolamento con le fatiche derivate dalle restrizioni. Nel periodo post-covid la possibilità di sperimentare il ponte tra la struttura e la città. Sono state poste le base di relazioni nuove, abbiamo incontrato Caterina e Francesca della Biblioteca di Viale Dante, le abbiamo incontrate virtualmente senza percepire il peso del display che ci separava.
Sulla scia del lavoro svolto anche cittadini sensibili hanno voluto contribuire con volumi e pagine, alcuni li troviamo nella cassetta della posta, alcuni come quelli appena arrivati giungono in grandi quantità come eredità e lasciti culturali. Non smettiamo di entusiasmarci ed essere grati per questi preziosi doni.
Abbiamo sempre creduto nella capacità dei libri di creare un ambiente fisico e mentale di benessere e la letteratura scientifica ci dà conferma del forte contributo offerto per il raggiungimento di obiettivi riguardanti la sfera cognitiva, relazionale, emotiva.
“Quando ascoltiamo o raccontiamo una narrazione, il nostro banco di lavoro sembra essere costituito da simulazioni multimodali- come voleva Proust- coaguli di odori/sapori/visioni/tetsure. A loro volta memorie di esperienze multimodali passate, vere o finzionali, vissuti in prima persona o attraverso una comunicazione indiretta. Quando raccontiamo o ascoltiamo qualcosa, quando vediamo un film, simuliamo mentalmente la storia e riattiviamo tracciati già esistenti”. “Di fronte a una narrazione, il nostro cervello ha in entrata delle percezioni collegate a un personaggio, poi delle emzioni, in seguito delle cognizioni e infine delle propensioni ad agire o motor action (azioni motorie), quello che viene definito flusso PECMA” (Calabrese, 2020).
Kidd e Castaldo nel 2003 hanno confermato che “la lettura di romanzi aumenta il benessere psichico, l’appagamento individuale, la capacità di comprendere le emozioni altrui (empatia) e le intenzioni (mind reading). Il libro può divenire mezzo e strumento per interagire con gli altri, creare relazioni, i gruppi di lettura ne sono un esempio, oppure può aiutare in setting psicologici a evocare sentimenti e pensieri che poi possono essere gestiti e rielaborati in seduta, analizzando l’identificazione con il personaggio (Dalla Valle, 2018).
E non è casuale se Stefano Calabrese afferma che “curarsi è scambiarsi racconti”, allargando la lente oltre la letteratura in senso stretto vista come narrazione dell’altro, l’operatore in RSA sviluppa capacità empatiche e di ascolto, imparando a prendersi cura della persona con il suo vissuto e le sue emozioni, evitando in questo modo di concentrarsi esclusivamente sulla malattia. In RSA la narrazione è di sé, in prima persona. Lo stesso Professor Trabucchi, durante la formazione in struttura, ha dato risalto alla cura sartoriale intesa come cucire addosso alla persona il programma di intervento tenendo conto della sua storia, mantenendo la sua biografia come epicentro. “La pratica clinica viene fortificata dalla narrazione, la competenza narrativa serve per riconoscere, assorbire, metabolizzare, interpretare ed essere sensibilizzati dalle storie della malattia. Aiuta medici, infermieri, operatori e terapisti a migliorare l’efficacia di cura attraverso lo sviluppo della capacità di attenzione, riflessione, rappresentazione e affiliazione con i pazienti e i colleghi. L’idea è che nulla esista se non viene formattato nella catena crono-sequenziale di una narrazione e che l’Io possa conoscersi, curarsi, trasformarsi solo per via narrativa.” (Calabrese, 2020), “Narrare dà senso e struttura alla vita intera” (Spinsanti, 2016).
Calabrese, S. (2020). Neuronarrazioni. Editrice Bibliografica. Milano
Dalla Valle, M. (2018). Biblioterapia. Strumenti per le diverse professioni. Casa Editrice Quiedit. Verona
Spinsanti, S. (2016). La medicina vestita di Narrazione. Il pensiero scientifico Editore. Roma